Mario Menziani - anno scolastico 2003-2004
Mario Menziani - 07-07-2004
E’ indubbio che “i doveri dell’insegnante siano potentemente orientati anche verso risultati di educazione etica, sociale e di promozione della formazione della persona anche al di là degli aspetti strettamente didattici”.
Così scrive il P.M. ...
Mario Menziani - 23-06-2004
E così eccola qua l’estate. Stagione traghettatrice: fine del vecchio anno scolastico, inizio del nuovo. Così è da sempre, ma quest’anno lo è ancor di più, lo sanno tutti: l’anno che verrà sarà più nuovo che mai. Ciò che nessuno sa, invece, sono le ...
Mario Menziani - 05-06-2004
"Da grande voglio andare al Grande Fratello, poi a Parigi a fare l’archeologa con la mia amica", mi confida la ragazzina seduta al mio fianco, sul pullman, di ritorno dalla gita scolastica. Qualche fila di posti poco più avanti, fa bella mostra di sè un ragazzino che sembra disegnato da Pazienza. Manca solo l’eterna sigaretta dei suoi personaggi. Ma non è difficile pensarlo anche con questa, insieme agli amici in un qualche luogo più o meno appartato. Più o meno: a seconda della necessità di mettersi in mostra, di “scandalizzare” di “provocare”. E’, come ovvio, attorniato dalle ragazzine “più grandi”, è ammirato e invidiato da una marea di compagni dai capelli sparati, dai pantaloni larghi a mezza gamba, dalle casacche con i colori della squadra del cuore: tutto è molto “cartone giapponese”.

Urlano a più non posso. Urlano con le orecchie tappate da microcuffie dalle quali gracchiano gli MP3 alla moda. Urlano anche se sei lì, a due passi. Hanno davvero questa urgenza di farsi sentire? Sì, “sentire”. Non “ascoltare”, ma soltanto sentire, perchè poi non è importante la risposta: già sono distratti da qualcosa d’altro; già sono da un’altra parte. E forse quel che cercano davvero non è farsi sentire da qualcun altro, ma semplicemente riuscire a sentire se stessi. Affermarsi su tutto quel clamore.

Sono buffi. Lo spessore richiama quello del cartone animato. E quel “tu” indistinto che usano rivolgendosi a chiunque, non ha nulla a che fare con la contaminazione linguistica: è piuttosto il crollo malinconico di una qualsiasi parvenza di organizzazione sociale. E’ l’emblema della deriva di una società che non sa più educare i propri figli, che si nasconde dietro al non aver tempo, all’essere risucchiata nei vortici del “dover lavorare”. Vivono le loro giornate nascosti dietro all’immancabile telefonino, isolati dai ritmi dettati dai brani dell’onnipresente lettore cd, avvoltolati in se stessi davanti alla televisione, rapiti dall’iper realtà dei videogiochi. Trovano consolazione in montagne di cibo, in spese continue, in interminabili sedute dal parrucchiere.

Sono sempre più numerosi i genitori che ai colloqui vengono a dichiarare la resa: “Non so che cosa fare.” “Abbiamo provato di tutto”. “Anche alle elementari...”. Già, la soglia del “non c’è più niente da fare” si sposta sempre più in basso, fino a smascherare l’incredibile condizione di tanti adulti d’oggi: incapaci di riconoscere la differenza tra adulto e adolescente, tra adulto e bambino, si affannano ad essere amici o anche, di conseguenza, non amici dei propri figli.
Pensare in negativo non porta a nulla, se non a vedere tutto nero. La realtà, fortunatamente, è ben più complessa e articolata: il tutto, insomma, è più ricco e, di conseguenza, anche il positivo ci dovrà pur essere da qualche parte.


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Mario Menziani - 13-05-2004
La scuola media nel contesto locale. Riflessione su Modena

1.

Consideriamo, per prima cosa, la ragazza o il ragazzo che, giunto in terza media dovrà effettuare forse la prima scelta importante circa il suo futuro.

Si tratta di un preadolescente. Cioè di quell’individuo che va definendosi in relazione ad un maggiore o minore distacco dalla famiglia, ad una maggiore o minore influenza delle amicizie, ad un maggiore o minore rapporto con la scuola, in un processo così straordinariamente vario per tempi e modi che permette di far coesistere all’interno di questa fascia d’età soggetti dalle caratteristiche anche molto diverse.
Così che, pur tra atti di concretezza e parziale coinvolgimento nelle grandi questioni morali e sociali, processi di insoddisfazione, difficoltà, devianza e marginalità si mescolano e confondono con processi di grande elasticità che si configurano in atteggiamenti variamente persistenti ed ordinati per i quali ancora sostegno e affettività sono cercate all’interno della famiglia; gioco, confidenza e condivisione sono appannaggio delle amicizie; conoscenza e relazioni, sono compiti della scuola.

Parliamo dunque di un soggetto che vive un’età di trasformazioni e cambiamenti così imponenti che portano alla formazione di abissi anche tra coetanei e, pur tuttavia, così spesso solamente apparentemente profondi e invalicabili, quanto in realtà collegati e uniti tra loro da imprevedibili ponti, da relazioni inaspettate e da insospettabili comunanze di interessi.
Si tratta di una personalità così ricca e articolata, così inestricabilmente complessa che rende impossibile un approccio meramente settoriale.

A cosa ci portano queste considerazioni?




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Mario Menziani - 31-03-2004
...o somaro chi l’ha scritta?

E così le strade dell’Emilia Romagna saranno tappezzate da manifesti sormontati dalla scritta “Asino chi non la legge”, con riferimento alla legge Moratti che, “secondo gli azzurri Isabella Bertolini, coordinatrice regionale del partito e vicepresidente del gruppo di FI alla Camera, e i consiglieri regionali Rodolfo Ridolfi, Andrea Leoni e Gianni Varani, tutti componenti della commissione scuola, è stata fatta oggetto, soprattutto in Emilia-Romagna, di una vera e propria «campagna di menzogne» da parte del centrosinistra e della giunta regionale” (Il Resto del Carlino 30.3.04)

Bene. Ben fatto: se chi parla della riforma (o critica), lo fa senza conoscere l’oggetto del suo discorrere (del suo criticare), be’ è giusto: si tratta sicuramente di un asino, ben venga allora la riproposizione delle vecchie punizioni: orecchie d’asino (o cappello con tanto di scritta) e in castigo dietro alla lavagna. Giusto, allora: “asino chi non la legge”!
Ma se chi scrive di scuola dovesse incorrere nello stesso errore? Se chi detta le norme della nuova scuola, dovesse, per strano caso, dimostrare di non sapere diche cosa si sta occupando? Non si tratterebbe di un qualcosa di ancor più meritevole del titolo di somaro?
Impossibile che accada? Niente è impossibile in questi tempi, dove persino le barzellette diventano (o stanno per diventare) legge: chi non ricorda l’esilarante “meno tasse per Totti”?


>>> continua...

Mario Menziani - 05-03-2004
Il personale docente e non docente della Scuola Media Ferraris di Modena, riunito in Assemblea Sindacale il giorno 4 marzo 2004,

preso atto che il Decreto Legislativo di attuazione della legge 53/2003 licenziato dal Consiglio dei Ministri il 23 ...
Mario Menziani - 13-02-2004
- Buona sera, lei è il signor Tarozzi, il padre di Marco? – chiese, non appena la porta gli fu aperta – Mi scusi per l’orario ma sarei venuto… sa io sono il tutor che …
Tarozzi impallidì. Non era possibile: un altro tutor! Ancora? Marco aveva appena ...
Mario Menziani - 04-02-2004
Si rivolge direttamente ai ragazzi che stanno per lasciare le scuole elementari il ministro Letizia Moratti in un nuovo opuscolo divulgativo interamente dedicato alla nuova scuola media, o meglio alla “secondaria di primo grado”: l’ultimo anello ...
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